Una storia tutta nostra quella dell'agricoltura. Famiglie che per intere generazioni si sono occupate della nostra terra portando prodotti di qualità a diventare una vera e propria bandiera del nostro territorio nel mondo.
Il tutto insieme all'inquadratura geografica della nostra zona per dire che stiamo recuperando un prodotto di nicchia, il fiaschello battipagliese, che tornerà così sulle nostre tavole recuperando anche storia e memoria di un'agricoltura ormai sempre più commerciale. Sperimentazione, cultura e ricerca il trinomio che farà del “fiaschello battipagliese” un brand per appassionati.
Riprendendo in parte quello che è il testo di Antonino Gallotta “Cavalli, Allevatori e Cavalieri alle porte del Cilento” ripercorriamo le famiglie che nel nostro territorio hanno contribuito a rendere l'agricoltura, la coltivazione e l'allevamento le tre punte di diamante della nostra realtà economica.
Famiglia Jemma, famiglia Rago, famiglia Bellelli, famiglia Morese, famiglia Alfani, famiglia De Martino, famiglia Noschese, famiglia Moretto, famiglia Pastore, famiglia Salati, famiglia Pisani, famiglia Mastrandrea, famiglia Vicinanza, famiglia D'Alessio, famiglia Ricciardi, famiglia Braggio, famiglia Mellone, famiglia Conforti, famiglia Pierri, famiglia Pinto, famiglia Agnetti, famiglia Farina, famiglia Moscati.
Nella Piana del Sele le fattorie erano ben organizzate: casoni per i lavoranti e case padronali. Grandi camini intorno ai quali riunirsi e capannoni nei quali conservare i prodotti. Il tutto nel solco delle tradizioni culturali e locali. Famiglie che con la loro impronta hanno permesso lo sviluppo socio economico di Battipaglia.
Un percorso e una storia che attraverso il fiaschello battipagliese, cioè attraverso il recupero della varietà di pomodoro delle nostre zone, potrà raggiungere tutto il mondo per gridare in maniera inequivocabile la voglia si riscatto sociale e culturale. Un prodotto che recupererà il valore e il sapore della buona cucina italiana da esportare nel mondo e solo per veri intenditori.