Sono sopravvissuto fino al 2014 grazie all’impegno di alcuni professionisti tra cui la dottoressa Mariella Liguori. Il mio sapore dolce, il colore rosso vermiglio, la mia forma allungata e regale, la freschezza della polpa ricca e corposa, il profumo intenso ottenuto dalla maturazione del sole di agosto, fecero di me il reuccio della tavola battipagliese.
Una bontà tutta naturale che racchiudeva la genuinità e la delicatezza del migliore pomodoro autoctono della Piana del Sele. Il mio nome è “Fiaschello”. La mia denominazione come pomodoro autoctono battipagliese trae origine dalla mia forma che appare simile ad una ampollina che ricorda in qualche modo un piccolo fiasco.
Nel corso degli anni però mi hanno dato nomi particolari e curiosi. Ho accontentato e soddisfatto molti palati. Mi hanno degustato in tutti i modi possibili. Dal semplice ragù, alle insalatone tricolori, ai sofisticati piatti della tradizione più antica. Mi hanno coltivato per il mercato fresco e poi quello industriale per le mie caratteristiche qualitative uniche e originali. Poi, a causa di una brutta virosi sono stato cacciato dalla mia casa fino a scomparire del tutto fino al 2014 quando la dottoressa Mariella Liguori ha deciso di impegnarsi per la mia rinascita.
Ora che la sperimentazione ha avuto inizio occorrerà verificare la mia tenuta in campo aperto prima di poter definitivamente festeggiare il mio ritorno nello scenario agroalimentare della Piana del Sele. L’intento dei miei amici è ben preciso: immettere nuovamente nel circuito economico nazionale ed internazionale la produzione tipica di qualità legata al territorio battipagliese mantenendo presidi rurali in zona e adeguarli alle esigenze del mercato e del consumatore di oggi.
Quindi potrò nuovamente diventare uno degli ingredienti principi della dieta mediterranea e insieme con la mozzarella di bufala di Battipaglia e gli altri prodotti della quarta gamma rappresentare una specialità dello slow food.