Un percorso, una ricerca portata avanti con sacrificio e spirito di riconquista. E' così che la dottoressa Mariella Liguori presenta il difficile cammino per la costruzione certosina dei tasselli che porteranno, speriamo ben presto, alla rinascita del fiaschello battipagliese.
«Ho iniziato a lavorare percorrendo i luoghi dove, per molti decenni, anno dopo anno, è cresciuto il fiaschello battipagliese, i suoi preziosi frutti rossi erano una primizia per la pianura di Battipaglia. Entrato in letargo dopo gli anni 70, fu soppiantato da altre specie e soprattutto non più richiesto dal mercato per la chiusura delle aziende agroalimentari che operavano sul territorio, oggi il Fiaschello vogliamo ritorni sulle nostre tavole. Sono andata alla ricerca dei suoi semi sicura che, attenti e solerti coltivatori, pronti a contribuire alla sua rinascita, li avrebbero amorevolmente conservati. Ho tracciato il percorso della ricerca grazie alla collaborazione di un agricoltore, operante nella zona "Aversana" di Battipaglia, che mi ha indirizzato verso un vivaio della stessa località».
Continua con vivacità e dovizia di particolari un racconto che passo dopo passo ci svela i sacrifici di una riconquista importante per il nostro territorio. «Qui sono riuscita ad ottenere l’indirizzo di colei che poteva aver custodito questo prezioso seme. E’ stata un’autentica “caccia al tesoro”. Dopo tante ricerche, condotte giorno dopo giorno, ho incontrato una signora del posto che mi ha riferito di averlo coltivato per alcuni anni, ma di averne abbandonato la coltura già da qualche tempo. La donna è però apparsa particolarmente emozionata quando le ho riferito di avere intenzione di trovare i semi del Fiaschello con l’intenzione di riportarlo nuovamente in produzione.
La signora mi ha augurato di coronare la ricerca con successo per poter finalmente rivalorizzare un frutto locale quale orgoglio di una collettività che troppo spesso trascura i valori della sua tradizione. Mentre discutevo di questo mio programma, la nipote della donna, che aveva ascoltato in silenzio il nostro colloquio, mi ha invitato ad attendere qualche istante per poter contattare telefonicamente un suo parente, un coltivatore diretto operante nell’azienda confinante. Un piccolo imprenditore locale che, secondo lei, avrebbe potuto conservare il seme del pomodoro "Fiaschello Battipagliese".
Pochi istanti e arriva la conferma il seme è in azienda e promette di affidarmelo. Il giorno successivo mi vengono affidate due partite di semi. Due preziose “reliquie” chiuse in distinti barattoli di vetro, di diverse annate.
Dopo questo primo importante successo non mi sono arresa. La ricerca è proseguita per intercettare e recuperare altre “reliquie” di questo importante seme. Anche in questo caso mi è stata di aiuto la stessa signora che ho contattato per la prima volta. La donna mi ha indirizzato presso un’altra azienda. Anche qui ho potuto recuperare un modesto quantitativo di seme del “Fiaschello Battipagliese”. Un’altra azienda della Piana ha quel seme.
La ricerca ha avuto, ancora una volta, i suoi frutti. In questo peregrinare alla ricerca del seme del “Fiaschello Battipagliese” ho scoperto che più di un'azienda aveva conservato il seme di un prodotto appartenente alla nostra cultura agricola e culinaria. Di fatto un'altra titolare di un'altra azienda ha scovato nel seminterrato del negozio un barattolo, ancora sigillato, etichettato Armando Tanzi da Parma contenente il seme del pomodoro battipagliese. Ora è certo che il seme del pomodoro “Fiaschello Battipagliese” è stato quindi individuato. Si potrà iniziare la sperimentazione per far in modo che uno dei nostri prodotti torni finalmente a nuova vita».